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Surf estremo

Divertimenti , Sport 27 Febbraio 2009  |  
Le onde più alte per un surf estremo!

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Video: surf estremo

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Cos’è il Surf?

Il surf o surf da onda (in hawaiiano he’e nalu, “scivolare sulle onde”) è uno sport acquatico che consiste nel “cavalcare” le onde utilizzando una tavola da surf (o surfboard). La tecnica consiste nel planare lungo la parete dell’onda, restando in piedi sulla tavola. È possibile eseguire una serie di manovre a seconda della velocità e della forma della parete.

La storia del Surf

La prima fonte storica è contenuta nel diario di bordo del capitano Cook (scopritore delle Hawaii): descrive le imprese dei polinesiani, che a cavallo delle onde a bordo di surf di legno rudimentali venivano descritte come persone che provavano un’immensa gioia nel farsi trasportare dalle onde. Le prime rudimentali tavole erano solitamente costruite legando assieme tre tronchi cavi piegati verso l’alto sulla prua. Bandito nell’epoca delle colonizzazioni dei missionari calvinisti, a causa delle nudità esposte dai polinesiani dell’epoca, il surf venne ripreso con interesse tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Un basilare contributo alla diffusione del surf dalle Hawaii verso il resto del mondo venne dall’hawaiano Duke Kahanamoku il quale, scoperto come potenziale campione di nuoto da un talent-scout, nel corso dei suoi viaggi agonistici portò il surf sulle coste statunitensi ed australiane. La massima diffusione del surf da onda si è avuta negli anni sessanta e settanta, quando le onde venivano surfate su tavole piuttosto grosse (longboard). Una svolta significativa è stata data dall’invenzione dello shortboard (tavoletta), di misura più piccola e con tre pinne (thruster). Dalla metà degli anni ottanta ai giorni attuali la tecnica si è evuluta particolarmente in fatto di velocità e alla ricerca di manovree aeree (aerials). Il personaggio più celebre del surf da onda a livello mondiale è stato Greg Noll, “Da bull” [fonte Wikipedia]

Video: surf alle Hawai



I pericoli del Surf

I pericoli più comuni pericoli derivanti dalla pratica del surf sono l’annegamento, la fauna marina, il mezzo che si utilizza e il tipo di fondale.

Annegamento
Generalmente le precauzioni da prendere in mare, a maggior ragione quando agitato, e quindi in condizioni ideali per il surf, sono quelle di non affrontare le onde se si è eccessivamente stanchi e, nel caso il mare sia troppo grosso, di non entrare affatto se non si è sicuri delle proprie capacità. Soprattutto, non andare mai in acqua da soli è un’ottima regola da seguire. Il surf infatti viene praticato anche in inverno, quando le coste non sono invase da turisti, e spesso si opta per la scelta di uno spot isolato dove non ci sia affollamento. Inoltre, è bene controllare l’integrità del leash prima di entrare in acqua, per evitare che questo si spezzi e lasci il surfista in balia delle onde senza il supporto galleggiante della tavola. Altra regola importante, come in tutte le attività legate al mare, è conoscere le correnti del luogo. È prudente osservare come si muove l’acqua e chiedere ai locali quali sono i punti in cui la corrente è più forte.

I pericoli del surf: la vespa di mare (foto Wikipedia)

I pericoli del surf: la vespa di mare (foto Wikipedia)


Fauna marina
Negli oceani non sono rari gli attacchi da parte di squali, anche se raramente hanno avuto conseguenze letali, mentre nel Mediterraneo un simile pericolo è quasi impossibile, in quanto la cresta dell’onda non si forma quasi mai in acque profonde. Altri pericoli provengono dalla medusa e dalla razza, oltre a vari tipi di pesci che presentano pungiglioni e che possono inoculare tossine nell’organismo. Sulle coste australiane, inoltre, vive una particolare specie di medusa altamente tossica, la Chironex fleckeri, detta anche vespa di mare, che in qualche caso ha addirittura provocato la morte delle persone che vi sono entrate in contatto. In particolari casi, come la Pororoca del Rio delle amazzoni, bisogna prestare attenzione alla pericolosa fauna fluviale tropicale.

La tavola
Anche la tavola può rappresentare un pericolo da tenere sotto controllo, sebbene i nuovi materiali, più leggeri rispetto al legno di balsa che si utilizzava agli albori del surf, e il leash che tiene il surfista ancorato alla tavola, abbiano notevolmente diminuito il rischio. I più comuni incidenti derivano dai colpi di tavola che si possono ricevere quando si cade o ci si scontra con un altro surfista, e che hanno una forza commisurata all’altezza e alla potenza dell’onda. In seguito agli urti sono anche possibili lacerazioni e tagli dovuti al contatto violento con le pinne della tavola. A questo proposito, è bene notare che un leash adatto al tipo di onde e al tipo di tavola che si utilizza, riduce di molto questo fattore di rischio. Inoltre, rispettare le comuni regole di precedenza, garantisce un livello di sicurezza maggiore.

Il fondale
Poiché i beach break hanno la particolarità di cambiare spesso il fondale a causa dei movimenti delle dune dovuti alle correnti marine, molti degli spot più famosi hanno un fondale roccioso o corallino, che quindi è immutabile e forma onde più o meno sempre uguali e negli stessi punti. È facile immaginare però quali siano i pericoli. Non sono infrequenti infortuni dovuti all’impatto con rocce affioranti e lacerazioni dovute all’impatto con la barriera corallina. In questi casi, è prudente esplorare il fondale precedentemente, al fine di capire quali siano i punti pericolosi, e soprattutto evitare di surfare in presenza di onde troppo grandi e di fondali troppo bassi se non si è convinti delle proprie capacità atletiche

[fonte Wikipedia]

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