Volete vivere un’esperienza fuori dall’ordinario e “condita” di silenzio, solitudine, preghiera e riflessione? In Trentino c’è un monastero dove tutto ciò è possibile
****
Il Monastero delle Serve di Maria ad Arco (Tn) permette di provare l’esperienza di clausura
“Gli ospiti sono accolti all’interno del monastero in ambienti tuttavia distinti e separati da quelli delle monache e dei frati. […] chiunque può rivolgersi al monastero e trovare accoglienza a condizione che voglia vivere una esperienza vera di “clausura”. […] Gli ambienti degli ospiti sono costituiti da otto stanze singole, un giardino con un piccolo oratorio ed una cucina [..]”
[fonte lagodigarda.it]
****
Contatti:
Monastero delle Serve di Maria
Via Mantova, 11 – 38062 Arco (TN)
Telefono: 0464.516128 (per informazioni e prenotazioni telefonare dalle ore 18:30 alle ore 19:50)
****
Informazioni sul Monastero della Serve di Maria
[fonte www.comune.arco.tn.it]
Dai documenti esistenti si apprende che nel Seicento venne edificata a sud di Arco una chiesa dedicata alla Madonna di Reggio […] accanto a questa, nel 1689, venne poi edificato il Monastero delle Serve di Maria. La fondatrice del Monastero, la veneziana Arcangela Biondini, aveva ottenuto dall’imperatore Leopoldo il finanziamento necessario per costruire la casa di preghiera e anche nei tempi successivi, la casa imperiale continuò a sostenere e finanziare le necessità economiche del monastero, che per questo motivo, sopra uno dei portali che si affaccia in via Mantova, è realizzato un elaborato stemma con l’aquila imperiale sorretta da due angeli. […] Arcangela Biondini, un’altra monaca e sette converse, entrano al convento il 10 marzo 1869, con una celebrazione molto solenne e l’accompagnamento dei Conti d’Arco e dell’arciprete Biagio Fragiorgi. Nelle testimonianze lasciate dalla stessa Arcangela Biondini si apprende che il Convento acquista di anno in anno nuove suore, fra cui anche una contessa di Arco che entra in convento nel 1694 “con una dote di diecimila fiorini di questo paese et è di bontà grandissima e semplicità et innocenza non ordinaria.” Il convento ospita quindi anche una scuola femminile (e continuerà ad ospitarla fino alla seconda metà del ventesimo secolo), oltre all’educandato, ed ebbe vita assai prospera, con unica battuta d’arresto il periodo dal 1811 al 1818, quando per ordine di Napoleone i monasteri vengono chiusi. Dopo il ritorno al convento, con una seconda cerimonia solenne, si provvede, intorno al 1840, al restauro della chiesa, completata e arricchita con dipinti del roveretano Domenico Udine e marmi provenienti da Castione.[…] Attualmente il convento ospita ancora alcune suore di clausura.